Palazzi di Cnosso: storia, visita, informazioni e curiosità sul palazzo di Cnosso, il labirinto di Creta e il mito del Minotauro
Tutto ciò che c’è da sapere per una visita completa del palazzo di Cnosso (Creta) e del Labirinto
I palazzi di Cnosso sono un complesso archeologico situato in Grecia, nonché una delle aree più importanti al mondo da un punto di vista culturale. Entrare infatti all’interno dei palazzi di Cnosso significa calarsi in un’esperienza senza precedenti in quella che in definitiva è stata, e sarà sempre, la culla della nostra civiltà. I palazzi di Cnosso hanno resistito lungo la storia che sino ad oggi è giunta, mantenendosi nella sua posizione originaria, sull’isola di Creta. Cnosso è l’opportunità di addentrarsi nel famoso labirinto di Creta dove è nato uno dei più famosi racconti antichi, il mito del Minotauro. D’altronde, chi è in partenza per la Grecia o è in procinto di organizzare un’esplorazione da quelle parti, sa bene che quel tratto di continente non è solo una meravigliosa località marittima, ma è il fulcro di tante leggende e mitologie che compongono il nostro immaginario e di cui possiamo andare fieri. Perciò in questa guida ci focalizzeremo sui palazzi di Cnosso a Creta, l’isola più grande di questo stato balcanico, che vanta un inestimabile patrimonio culturale, a partire da quest’area archeologica.
Storia e informazioni sui palazzi di Cnosso e gli scavi archeologici
La storia dei palazzi di Cnosso è davvero affascinante e ripercorrerla non può che far sentire ogni persona arricchita di un qualcosa che, in fondo, gli è sempre appartenuta.
Prima dei palazzi di Creta, Cnosso era un’antica rovina abitata probabilmente già verso la fine dell’età preistorica. Come ben si sa il territorio balcanico segnato dal confine greco è soggetto a tensioni sismiche ed è stato forse un terremoto, in antichità, a determinarne il crollo. La sua storia futura, quella che confluisce con l’antica Grecia, si miscelerà inevitabilmente con la mitologia greca. Si racconta, infatti, che nel 2000 a.C. circa il re Minosse pensò bene di costruire in quel luogo quelli che sarebbero destinati ad essere per sempre i palazzi di Cnosso. L’enorme complesso era un vero e proprio simbolo di supremazia: parliamo dell’età del bronzo, dei primi fortunati scambi commerciali che la rese, in breve tempo, il luogo egemone di tutto il Mar Egeo, e per questo sarebbe stata soggetta ad attacchi forestieri futuri dalle di civiltà limitrofe, dapprima i micenei, poi bizantini, i romani, i musulmani, i turchi, e via discorrendo.
Questa parte di storia, che oscilla tra antenati e mitopoiesi, è stata rinvenuta da un archeologo dell’Ottocento, Arthur Evans. Egli, non appena la Grecia ottenne l’indipendenza dall’impero turco ad inizio secolo, acquistò parte di quella terra per approfondire i suoi studi. Fu proprio Evans a definirla “civiltà minoica”, in seguito al lungo lavoro che intraprese sui resti degli scavi archeologici. Il giovane studioso, infatti, analizzò la scrittura di questa civiltà a partire da delle tavolette trovate nei palazzi di Cnosso, giungendo a tracciare una storia della scrittura minoica. E forse è proprio grazie all’enorme portata di questa scoperta che oggi possiamo visitare un luogo così ricco di produzione artistica e da dove ha avuto origine il mito del Minotauro
Composizione, affreschi e struttura dei Palazzi di Cnosso
I Palazzi di Cnosso costituiscono una vera e propria cittadina, seppur di modeste dimensioni. Il suo appellativo, infatti, potrebbe fuorviare un visitatore che ancora non sa e non ha potuto confermare con i propri occhi che Cnosso ricopre circa 20 mila metri quadri.
L’enorme complesso comprendeva innanzitutto un struttura a cinque piani, per un totale di circa 1300 stanze. Molto del materiale originario con cui il complesso era composto, come ad esempio il legno, è stato sostituito da cemento armato in seguito all’avvio degli scavi archeologici compiuti da Evans, materiale che potesse conservare l’interezza del luogo rispettandone la fisionomia originale. In molti, più tardi, ne criticarono l’operazione di restauro, che tuttavia permise alla nostra cultura di incontrare l’antica civiltà minoica.
Ad oggi si possono ancora trovare pietre e sassi con cui molte delle mura sono state costruite e le meravigliose colonne lisce, con abaco ed echino.
I palazzi rappresentavano per l’epoca polo amministrativo e culturale dell’isola di Creta. Cnosso, che per il suo aspetto da agglomerato urbano venne descritto nei racconti mitici come il labirinto di Creta, era sì un alloggio ragguardevole per il re e la regina, con relative stanze e bagni, ma anche un luogo religioso per la popolazione, un punto d’incontro tra le persone dell’epoca, un insieme di botteghe artigiane; senza considerare i giardini dei ginnasti dove solevano esibirsi in spettacoli e sport del tempo dei Palazzi di Cnosso.
La vita religiosa legata al culto delle divinità era il tratto costituente dell’antica Grecia, come testimoniano i numerosi affreschi rinvenuti nei palazzi di Cnosso. Creta è anche il luogo del famigerato mito del Minotauro, come ben si sa, e probabilmente gli affreschi dedicati alla tauromachia, o combattimento tra uomo e bovino, confermano la centralità del tema all’interno della cultura minoica del tempo. Tra i più noti degli affreschi vi è “Affresco della taurocatapsia”, dipinto su stucco con colori neolitici, come il rosso, il blu egizio e l’ocra bianco e giallo. Ma ancora, sulla stessa tonalità di colore, una serie di affreschi dedicati ai delfini, agli uccelli, alle scimmie; agli uomini danzanti, alle figure femminili con i seni visibili: scene di vita quotidiana della Creta antica.
Gli affreschi di Cnosso sono una testimonianza diretta di quel rapporto commerciale che avvenne tra Creta e l’Egitto, da cui la popolazione cretese apprese tecniche di raffigurazione tipica della cultura del Nilo, come il profilo. Ma a differenza di questi ultimi, che vedevano nell’arte figurativa una simbologia religiosa, i cretesi appresero la qualità dell’arte decorativa, dipingendo le pareti di Cnosso con opere dai soggetti umani e animali, che rispecchiassero la loro devozione al divino, ma che al contempo abbellissero il luogo abitato dagli abitanti. Tuttavia queste rappresentazioni affisse oggi all’interno dei palazzi di Cnosso sono delle fedeli riproduzioni degli affreschi originali, custoditi meticolosamente nel Museo Archeologico di Heraklion.
Informazioni per la visita: orari, prezzi e come arrivare ai palazzi di Cnosso
Per chiunque voglia fare visita ai palazzi di Cnosso è bene sapere che il sito è aperto dalle 8:00 alle 19:00 in estate, mentre dalle 8:00 alle 17:00 in inverno, ed è chiuso il lunedì mattina e il 15 agosto.
Il costo del biglietto per visitare i palazzi di Cnosso è di 15 euro.
Si può tuttavia procedere con l’acquisto del pacchetto speciale, che comprende sia il palazzo di Cnosso sia il museo archeologico di Heraklion al prezzo di 16 euro.
Entrambe le tariffe prevedono il prezzo di un biglietto ridotto di 8 euro.
Raggiungere il palazzo di Cnosso a Creta è molto semplice utilizzando l’autobus 2 che collega il palazzo con il centro e il porto di Heraklion, i quali distano 6 chilometri l’uno dall’altro. La città di Heraklion, infatti, è il punto di partenza per chi si muove con i mezzi pubblici. Questo bus ha tempi di percorrenza circa ogni 20 minuti.
Una seconda alternativa è quella di spostarsi con un mezzo privato come la macchina e parcheggiarla nell’area di sosta a pagamento vicino l’ingresso a Cnosso.
Il labirinto di Cnosso (Creta): composizione e storia
Il labirinto di Cnosso è una definizione che ha origine dal mito del Minotauro, uno dei racconti costituenti della mitologia greca e che raccoglie molte delle caratteristiche specifiche della cultura minoica, di cui Creta è simbolo.
Il termine labirinto compare nella tradizione del Minotauro come descrizione della grande complessità architettonica dei Palazzi di Cnosso. Immaginando infatti il pensiero antico di Creta, Cnosso era una grandissima struttura dalla tecnologia piuttosto avanzata rispetto a strutture precedenti. Nel mito del Minotauro, l’ingegnoso costruttore di tutto questo fu l’architetto Dedalo. Sempre nella mitologia greca, Dedalo era uno scultore ateniese, un uomo capace di invenzione che concepì e realizzò, con il contributo di suo figlio Icaro, l’idea del labirinto di Creta. Secondo il racconto, fu il re Minosse ad incaricare l’ingegnoso Dedalo nella costruzione di un luogo capace di rinchiudere il violento Minotauro. E divenne un luogo così intricato che lo stesso Dedalo e il figlio Icaro dovettero costruirsi un paio d’ali per poterne uscire.
Il labirinto di Creta descritto dal mito è giustificabile a livello materiale dalla pianta dei Palazzi di Cnosso. Guardando alla struttura è semplice comprendere come Cnosso sia un agglomerato di cavità intricate nato non per uno scopo bellico: sorgendo su uno dei monti di Creta, Cnosso non presenta alcuna fortificazione attorno a sé, segno che non aveva bisogno di particolari strutture difensive, confermandola come civiltà pacifica. Piuttosto voleva essere un punto di riferimento culturale e politico nella scena dell’epoca, e come si può notare osservando una pianta della costruzione del labirinto di Creta che esso è stato soggetto a continue costruzioni anche future, presentando un aspetto strutturale disordinato e caotico, se vogliamo. E forse le diverse cavità di stanze, magazzini, giardini, bagni, restituiscono quell’idea labirintica, tanto da divenire nel tempo l’antonomasia del termine.
La leggenda – mito di Teseo e il minotauro
Nel labirinto di Cnosso siamo di fronte ad un forte legame tra storia e mito. E forse è proprio qui che nasce il fascino di località come Creta. Giunti a questo punto, che cosa narra il mito del Minotauro?
Tutto nasce dal re Minosse, figura mitologica dell’antica Grecia, figlio di Zeus e di Europa. Un giorno il re chiese un segno di riconoscimento per il suo mandato al dio del mare, Poseidone. Il dio acconsentì regalando al re di Creta un bellissimo animale, un toro bianco. Il toro, nel culto antico del Mediterraneo, era una figura sacra e venerata perché associata agli dei, ai re, agli astri. Il re, a quel punto, non riuscì a rinunciare alla bellezza di quell’animale, e così beffò la divinità sacrificando un altro toro. La punizione divina per Minosse fu quella di vedere sotto i propri occhi la moglie innamorarsi di quella bestia bianca. Fu dal loro rapporto amoroso che nacque il Minotauro. Metà umano, metà toro: il Minotauro aveva una forma umana, se non fosse per quei tratti tipici animaleschi, come la pelliccia, gli zoccoli e, soprattutto, la testa di toro. Più che per l’aspetto fisico, infatti, la leggenda si concentra sulla testa: è proprio essa che ne determina il pensiero animalesco e completamente dominato dall’istinto, come la mente di una bestia.
Ecco che dunque il mito incontra l’archeologia: Minosse, per contenere la violenza del Minotauro, fece costruire il labirinto di Cnosso commissionandolo all’architetto Dedalo.
La leggenda che aleggia sul labirinto di Creta si mescola con Atene e il mito di Teseo. Quando, infatti, il figlio di Minosse Androgeo venne ucciso ad Atene, per vendetta decise di rinchiudere ogni anno quattordici ateniesi, sette femmine e sette maschi, nel labirinto del Palazzo di Cnosso, con lo scopo di farli divorare dal Minotauro. Tuttavia, l’ateniese Teseo decise di intraprendere il lungo viaggio nel labirinto per liberare i suoi compatrioti. Giunto a Creta, Teseo fece innamorare la figlia di Minosse, Arianna. Fu infatti lei, secondo il mito, ad aiutare il giovane eroe Teseo nell’impresa, dotandolo del famigerato gomitolo, da cui il filo di Arianna, che aiutò l’ateniese a non perdersi all’interno del labirinto, neanche quando, dopo aver ucciso il Minotauro, riuscì ad uscire definitivamente dai Palazzi di Cnosso, portando con sé Arianna. La bellezza dei miti, poi, sta nel non lasciare niente al caso. Di fatti, la leggenda di Teseo non termina con l’uccisione del Minotauro, ma con la punizione divina inflittagli da Poseidone per aver abbandonato la giovane Arianna poco dopo la loro fuga. Una tempesta distrusse le vele bianche della nave di Teseo, costretto ad issare quelle nere. Ma a largo di Atene, il padre Egeo vide delle vele nere, simbolo della morte del figlio. Non sapendo della beffa, disperato, si gettò in mare. Ecco perché quel mare prese per sempre il nome di Mar Egeo.
Seppure con le leggende si potrebbe andare all’infinito, questa introduzione ai Palazzi di Cnosso si esaurisce con l’esaurirsi del mito del Minotauro e del labirinto di Creta. Come sempre, ci auguriamo che possa essere un punto di partenza per conoscere uno dei luoghi fondamentali per la nostra civiltà, la culla da cui tutto si è originato. Visitare Creta e le sue leggende, magari con l’aiuto di una buona guida locale, è come un sogno ad occhi aperti, in cui vedere e immaginare al contempo i posti esatti in cui quei racconti che tanto aleggiano nelle nostre menti sono nati. E con questo carico di fantasia vi auguriamo buon viaggio!
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Palazzi di Cnosso: informazioni, storia, visita e orari
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Articolo scritto da: Redazione
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