Vini Andalusia: accostamenti, informazioni e storia del vino andaluso
Guida completa alla scelta del miglior vino andaluso, informazioni e consigli sui vini dell’Andalusia
L’ Andalusia è una terra ricca di fascino a sud della Spagna con alcune città bellissime più visitate della stessa capitale Madrid.
La dominazione araba vi ha lasciato capolavori architettonici di eccezionale bellezza. Qui sono nate la corrida ed il flamenco. Insomma un cocktail tutto spagnolo tra cultura e paesaggio, unico e ineguagliabile.
A proposito di cocktail: la Spagna del sud, oltre ai monumenti, alle spiagge ed alle tradizioni, offre prelibatezze vinicole uniche come il vino andaluso.
Per quanto riguarda i vini, Andalusia significa anche qualità, infatti il vino andaluso è un prodotto tipico apprezzato in tutto il mondo con caratteristiche molto particolari: liquoroso, dolce, invecchiato e di alta gradazione alcolica.
Da queste caratteristiche si potrebbe far un’associazione tra i vini andalusi e quelli italiani ricordando molto il nostro marsala ed i vini liquorosi siciliani.
In questo articolo vi illustreremo le particolarità di questo vino al meglio e possiamo perfino tracciare un itinerario Enoturistico attraverso l’Andalusia per riuscire ad assaggiare il vino andaluso in tutte le sue varietà. …in alto il calice!
Storia e tradizione del vino andaluso
Per quanto riguarda i vini Andalusia significa anche una tradizione millenaria nella coltivazione della vigna, grazie ad essa si riesce da anni a produrre vini di eccellente qualità.
Il vino andaluso ha oltre 3.000 anni di storia dove a coltivare queste terre assolate furono prima i Fenici e dopodichè i Romani, passando poi anche per gli Arabi.
Nel 1268 Re Alfonso X El Sabio, appassionato viticoltore, ha riconquistato e liberato queste terre, dando nuovo impulso alla viticoltura con i vini dell’Andalusia denominati in diverse maniere, nel corso degli anni: Xera, Ceret, Sherish, Xeres, Sherrish, Xerez.
Dal XV al XVII secolo c’è stata poi una espansione all’estero verso i paesi del nord, in modo particolare in Olanda ed in Inghilterra dove questo vino veniva chiamato Sherry Sach.
La parola “sherry”, il fino, come è chiamato in Spagna, ovvero il tipico vino andaluso dal colore pallido e molto secco, è l’inglesizzazione di Jerez (Jerez de la Frontera), per l’esattezza del suo nome arabo, Xerez.
Sono stati proprio gli inglesi a valorizzare questo vino andaluso, riuscendo a portarlo nel mondo.
Lo fece conoscere sir Francis Drake, lo cantò Shakespeare, lo apprezzò la regina Vittoria alla quale è attribuita la frase “Anytime is sherrytime”.
Ecco quindi la storia di questi vini, Andalusia ed Inghilterra sono i luoghi dove sono riusciti a far apprezzare la tradizione enologa della Spagna del Sud.
Diciamo subito che tutti gli Sherry invecchiano almeno tre anni, mentre solo quelli più pregiati maturano più a lungo. Il più delicato degli Sherry è il Fino, in quanto possiede un aroma fresco ed intenso, il suo sapore è delicato, fine e il suo colore è giallo paglierino o color fieno. Con il trascorrere del tempo, acquista più sapore e cambia il bouquet, diventando dapprima un Fino-Amontillado e successivamente un Amontillado.
Lo Sherry va bevuto fresco ed in calice a forma di tulipano
Elenco vini Andalusia ed accostamento migliore
Tantissimi sono i vini, Andalusia è sinonimo di specialità e cultura per quanto riguarda la tradizione enologa e proprio per questo sono molte le tipologie di vino andaluso conosciute.
Il territorio dell’Andalusia ha adottato la Denominazione di Origine Protetta per la produzione soprattutto di vini liquorosi, dolci, intensi e molto forti, prettamente non da tavola. Tra questi spiccano:
- Sherry di Jerez, vino andaluso liquoroso e brandy, famoso a livello mondiale
- Cartojal, vino andluso dolce e leggero tipico della provincia di Malaga
- Pajarete
- Fino Tio Pepe, un altro liquoroso dei vini in Andalusia
- Manzanilla, prodotto prevalentemente a Sanlùcar de Barrameda
- Vino naranja, uno dei più particolari vini dell’Andalusia, aromatizzato all’arancia tipico della provincia di Huelva
Sono sette le denominazioni d’origine protetta per i vini andalusi.
In provincia di Cadice dove nascono, forse, i più famosi vini dell’Andalusia. In questa terra si è conformata la DOP “Jerez-Xérès-Sherry” un vino che usa esclusivamente tre tipi di uva: palomino, moscato d’Alessandria e Pedro Ximénez. Di questa denominazione fanno parte il vino fino Tio Pepe, il Brandy di Gérez e tante famose cantine di Sherry.
Il “Manzanilla di Sanlúcar de Barrameda“, invece, è un vino andaluso paglierino di 15 gradi, dall’aroma pungente, secco, leggero al palato, poco acido e molto diffuso soprattutto durante le varie Ferias delle province di Siviglia e Cadige. È molto frequente l’uso della Manzanilla per la preparazione del Rebujito.
La provincia di Malaga è un grande territorio vinicolo. Le DOP “Malaga” e “Sierras de Malaga” racchiudo un numero elevatissimo di ottimi vini bianchi e rossi, alcuni anche da tavola. Sicuramente il vino più noto è il Cartojal, un vino dolce fatto con uve di Moscato d’Alessandria consumatissimo durante la Feria di Malaga.
In provincia di Cordoba esiste il DOP “Montilla Moriles”, le principali eccellenze: il vino scuro e dolce Pedro Ximénez e soprattutto il vino fino Montilla-Moriles. Quest’ultimo vino si consuma freddo, è secco al palato e molto intenso.
Nella provincia di Huelva troviamo la DOP “Condado de Huelva” e la denominazione d’origine protetta “Vino Naranja del Condado de Huelva“. Quest’ultimo è un vino aromatizzato all’arancia
Caratteristiche della coltivazione e dei vigneti
Il vino andaluso deve le sue caratteristiche anche ovviamente alla coltivazione utilizzata per produrlo, in particolare uno dei segreti risiede nel clima, nel territorio e nel tipo di uva utilizzata.
Tra i tipi di uva certificati per la produzione dei vini dell’andalusia da invecchiamento, possiamo trovare le 3 uve: Pedro Ximenez, Moscatel e Palomino. Tutte e tre prodotte grazie al clima e alle caratteristiche dell’Andalusia, dovuto alla posizione delle vigne così come dalle tecniche di coltivazione.
Il territorio dove vengono coltivate queste tipologie di uva è prettamente soleggiato, con circa 300 giorni di sole all’anno ed appena 620 litri al metro quadrato di piovosità annua.
Inoltre, grazie al vicinissimo Oceano Atlantico, la zona di coltivazione è spesso ventilata e le temperature oscillano da un minimo di 4° nei periodi più freddi, ad un massimo di 40° nei caldissimi mesi estivi, tipici dell’Andalusia.
Parlando invece della tecnica di coltivazione, viene appositamente sfruttato un territorio con una pendenza che oscilla tra il 10% ed il 15%, dalla composizione maggiore di Albariza nel territorio, una terra bianca che contiene tra il 25% ed il 40% di calce attiva.
Questo tipo di coltivazione, insieme alle particolarità del terreno, riescono a mantenere una vigna sempre umida grazie alle caratteristiche dell’Albarizia, unitasi anche alla rugiada tipica mattutina delle giornate estive andaluse.
Sono questi quindi i segreti principali per un’ottima riuscita del vino andaluso in ogni sua forma!
Vini Andalusia, accostamenti migliori per assaporarli
L’accostamento ideale dei vini dell’Andalusia è con i dolci ma sono molto preziosi ed apprezzati anche come aperitivo.
Le numerose cantine presenti sul territorio offrono la degustazione di vino andaluso e con un supplemento, vengono accompagnati con le classiche tapas spagnole.
Le tapas sono nate proprio in Andalusia nell’ottocento per accompagnare il già citato sherry, il liquore dolce del posto.
Il nome ”tapas” nasce dall’abitudine di coprire il bicchiere con una tapa (tappo o piattino) per tenere lontane le mosche. Il piattino vuoto è stato poi riempito di squisitezze a base di carne, pesce, verdure ed altri elementi chiave della cucina mediterranea sana e nutriente. Così troviamo appetitosi stuzzichini che accompagnano benissimo i vari tipi di vino andaluso, composti da: formaggio di pecora prodotto in La Mancha, spiedino di carne di maiale e pollo marinato, insalata fredda di peperoni rossi arrostiti e conditi con olio e aceto, prosciutto crudo di montagna tagliato con il coltello, omelette di patate e cipolle, mandorle fritte e salate, varietà di pesce fritto, gamberi alla griglia, polpette di carne in umido, spiedini con pesce, verdure, uova sode, gamberetti, cetrioli e olive e tante altre pietanze ideate dai vari cuochi nel Sud della Spagna.
Le tapas favoriscono la convivialità e la conversazione che accompagna la degustazione, di solito si mangia tutti in piedi davanti a un tavolo parenti ed amici, andando di locale in locale a gustare le tapas.
Per questo i locali che offrono la tapas sono tutti vicini.
Conservazione e mantenimento del vino andaluso…
I vini dell’Andalusia sono molto particolari e non vengono trattati come altre tipologie di vino, in particolare il vino “fino” ha una modalità di conservazione differente dal normale vino italiano o francese.
La conservazione fino all’apertura dev’essere rigorosamente in posizione verticale e soprattutto, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, essendo un vino molto delicato, la sua consumazione deve avvenire entro pochi mesi dall’imbottigliamento.
Inoltre, dopo esser stato aperto, per il buon mantenimento dev’esser riposto all’interno del frigorifero con una temperatura fredda di circa 8° ed in una bottiglia ben chiusa, senza alcun ingresso di aria.
Nonostante queste precauzioni da tenere in considerazione dopo l’apertura della bottiglia, è bene consumare il vino fino entro una settimana, per evitare che possa rovinarsi o inacidirsi.
Il sistema di imbottigliamento Soleras
Se pensate che le particolarità del vino andaluso sono esclusivamente riservate al matenimento, produzione, territorio e clima vi sbagliate, in quanto i vini dell’Andalusia di distinguono anche per il metodo particolare nella fase di imbottigliamento.
La tecnica utilizzata ha un nome ben preciso, ovvero quello di Soleras che in lingua spagnola significa “Suolo”.
Questa tecnica prevede un posizionamento specifico delle botti contenenti il vino, ovvero una sorta di collocazione a ripiani, in cui tutte le botti sono collegate tra di loro. In quelle riposte nei piani superiori viene aggiunto il nuovo vino o mantenuto quello intermedio, mentre da quelle nei ripiani inferiori viene raccolto quello da dover imbottigliare.
In particolare i piani vengono così denominati e suddivisi:
- Piano terra: Soleras, contenente il vino pronto ad esser inserito nelle bottiglie
- Primo piano: Criadera-Rocios, con il vino già presente nelle botti ma ancora non pronto per essere imbottigliato
- Secondo piano: Criadera, dove viene versato il nuovo vino prodotto
Insomma non c’è che lanciarsi alla scoperta del buon gusto e delle tradizioni locali e condire il tutto con un buon bicchierino di vino andaluso. Prosit!!!
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Articolo scritto da: Giuseppe Aprea
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