Cima d’Asta: percorsi, rifugi, come raggiungerla, informazioni e curiosità

Guida e dettagli per la scoperta di Cima d’Asta…

La montagna, per chi la ama, è una sorta di luogo mistico dove ritrovare se stessi. La natura, che sia quella verde e incontaminata di un bosco oppure quella brulla e fredda di una parete di roccia, riesce a condurci per mano fin nel profondo di noi stessi, facendoci riscoprire la vera essenza dell’essere umano.
Cima d’Asta è uno di quei luoghi dove ancor di più si percepisce questa sensazione, forse perché si distingue da quelle che sono le vie più frequentate delle Dolomiti: è un luogo più solitario, dove il silenzio domina incontrastato e il rumore è quello della natura incontaminata.cima d'asta
Chi in montagna non vive – e non vive di montagna – ha una visione edulcorata dell’ambiente montano, fatta di tranquillità, prati verdi, benessere e svago.

Ma la montagna, e Cima D’Asta non è da meno, è un ambiente duro nel quale vivere, perché le difficoltà di spostamento e le situazioni climatiche talvolta estreme rendono la quotidianità molto più insidiosa e faticosa che non in altri ambienti.
Cima d’Asta e il Lagorai, del quale fa parte, sono un luogo dove le tradizioni di un tempo vanno di pari passo con la modernità, dove i pastori portano all’alpeggio le pecore mentre nella SPA dell’hotel poco distante viene utilizzata la lana di quegli stessi animali per trattamenti estetici. La fatica di un lavoro antico, il relax di un ambiente moderno.
Immergiamoci in questo mondo meraviglioso e avviciniamoci a tutto ciò che rende Cima d’Asta un luogo da scoprire, capendo meglio sia la sua geologia e conformazione storica, sia i modi di raggiungerla tra rifugi e indicazioni utili per la via normale e le vie alternative…

Geologia, geografia e storia di Cima d’Asta

Di Cima d’Asta colpisce innanzitutto la sua composizione: si tratta infatti di un gruppo montuoso composto di rocce granitiche, molto differenti da quelle del vicino Lagorai, di cui viene considerata da alcuni geologi un sottogruppo, che sono invece di porfido.
Granito deriva dal latino “granum” che significa a grani, e rappresenta in maniera perfetta la struttura olocristallina di Cima d’Asta.
E’ una roccia ignea intrusiva, che nasce dal raffreddamento del magma fuso non in superficie, ma in profondità; questo lungo processo dà origine a granuli di cristalli molto ben definiti, ed è per questo che il granito ha contrasti di colore che vanno dal bianco al bianco-grigio e dal rosa al rosso.
La sua apparizione in superficie è stata poi determinata dall’erosione e dal tempo. Il granito è una roccia densa, che ha forme massicce e, per quanto riguarda l’arrampicata, un buon coefficiente d’attrito.
Cima d’Asta è ricca di fessure orizzontali, tipiche del granito, che possono dare origine a rotture di masse di considerevoli dimensioni, soprattutto in caso di scioglimento dei ghiacci permanenti.cima d'asta dove si trova

Il massiccio di Cima d’Asta, situato nel Trentino orientale, è suddiviso in tre settori, ovvero quello nordorientale dov’è presente la cima che dà il nome al gruppo, il sottogruppo delle Cime di Rava e il sottogruppo delle Cime di Tolvà.
Per quanto riguarda i confini, a nord-est è circondato dalla Valle del Vanoi, ad ovest troviamo il Passo Cinque Croci, a sud la Val Malene, a sud-ovest la Forcella Magna, che fa da ponte con il gruppo di Rava.
Caratteristici della zona sono numerosi laghetti di origine nevosa, definiti laghi a circo. Meraviglioso il lago di origine glaciale presente accanto al rifugio “Ottone Brentari” a 2457 metri, che risulta essere il più alto in quota della zona.
Cima d’Asta, che è stata esplorata in tempi recenti rispetto ad altre zone, ha un’età di circa 270 milioni di anni e il suo aspetto risulta essere massiccio e spettacolare alla vista. Si parla di una prima salita nel 1906 da parte di Pompeo Tomaselli, ma la prima ascensione dalla parete sud documentata è quella di Ruggero Lenzi e Mario Michelini nel 1952. Ne darà notizia unicamente il quotidiano “L’Alto Adige”, riportando che il paretone è stato percorso in sei ore. Da quell’avvenimento, nacque la storia di Cima d’Asta e le conseguenti ricerche di nuovi itinerari.

Nel 1959 Giorgio Melchiori e Ottorino Pianta percorsero la Sud, arrivando su Torre Mariuccia e scoprendo quella che è una delle vie più utilizzate.
Tra il 1970 e il 1980 ci fu un forte incremento di vie nuove: Marco e Maurizio Marchesini percorsero per primi la via del Diedro Alto alla Torre Gillo Cavinato, mentre Fabio Leoni con Josef e Giorgio Espen, Paola Fanton e Giuseppe Bagattoli salirono la via Franco.
Nel 1982 venne aperta la via Roger dedicata a Ruggero Lenzi, mentre nel 1989 Daniele Lira e Roberto Assi aprirono la via Marietto.
Furono molti da allora i percorsi che vennero utilizzati per l’ascesa a Cima d’Asta, e dal 1993 iniziarono a comparire anche i primi spit (ancoraggi fissi).
Attualmente la zona è più frequentata che in passato, anche grazie all’ottimo lavoro dei gestori del rifugio Brentari e alle manifestazioni sportive e non che si tengono a Cima d’Asta.


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Cima d’Asta: via normale e percorsi per raggiungerla

Cima d’Asta

è una zona scarsamente antropizzata, isolata e selvaggia, dove i camminatori si concentrano su pochi sentieri ben definiti: tutto il resto è un ambiente calmo e silenzioso, quasi meditativo.cima d'asta via normale
Non ci sono impianti di risalita, quindi l’unico modo per salire è l’utilizzo dei sentieri, le “vie” che in passato sono state aperte dai primi avventurieri: dal 1952 sono una trentina le vie battute per giungere a Cima d’Asta passando per il bastione sud, accanto alla muraglia meridionale ricca di torri esposte al sole.
La cosiddetta via Normale è il sentiero che maggiormente viene percorso e quello dove, a causa della presenza umana, meno si percepisce la vera essenza di questo ambiente alpino.
Il sentiero della Via Normale ha un dislivello in salita di 1450 metri, e la durata di circa 4 ore e mezza. La difficoltà, secondo la tabella dei livelli per l’escursionismo, è EE, ovvero è un percorso per escursionisti esperti.
La partenza è da Malga Sorgazza dove, attraverso una strada d’accesso, si percorre una parte della Val Malene di Pieve Tesino fino ad un parcheggio ad un’altitudine di 1450 metri. Da Trento per arrivare a Malga Sorgazza di deve prendere per Pieve Tesino e successivamente per Pergine e Borgo Valsugana, mentre arrivando da Belluno si passa da Feltre e Fonzaso.
Da Malga Sorgazza si arriva al rifugio Ottone Brentari risalendo la valle fino all’inizio della teleferica, per poi seguire il sentiero 327, prima nel bosco e poi in campo aperto. Al rifugio (2476 metri) si arriva nell’arco di circa 3 ore.
Si prosegue poi con il sentiero 364, passando per la Forzeleta (2680 metri) e spostandosi sotto Cima d’Asta, sulla quale si arriva attraverso una salita non troppo impegnativa.
Durante l’ascesa si può godere di un meraviglioso panorama, che include parte del Lagorai, il Latemar e le Pale di San Martino, valore aggiunto a questa già fantastica escursione percorribile dalla Via Normale e non solo…

Rifugi e ripari lungo la strada per Cima d’Asta

Raggiungere Cima d’Asta

, insomma, è un’impresa per escursionisti esperti, abituati ai lunghi percorsi in montagna e alle faticose arrampicate su terreni scoscesi; ma anche loro hanno la necessità di fare una sosta rigenerante di tanto in tanto, e durante il percorso verso la cima non mancano dei punti di ristoro. Da Malga Sorgazza in 3 ore di camminata si può raggiungere il rifugio Ottone Brentari, di proprietà della S.A.T.  (Società alpinisti tridentini), situato a 2473 metri, base incantevole da cui partire per la finale salita verso la vera e propria Cima d’Asta.
La struttura fu costruita attorno al 1908 di fronte alla parete sud, ma la Prima Guerra Mondiale lasciò i suoi segni anche qui, e il rifugio fu ripristinato nel 1922 e gli venne assegnato il nome che ha tuttora, in onore di Ottone Brentari, alpinista e scrittore che redasse la prima guida del Trentino. Anche la Seconda Guerra Mondiale portò danni alla struttura, che venne successivamente ristrutturata e riaperta nel 1952.rifugio cima d'asta
Dal 1982 al 1984 ci fu un ennesimo ammodernamento e ampliamento del rifugio, che oggi conta ben 56 posti letto, suddivisi in camerate e alloggi più piccoli, con una stupenda vista sul lago e sulla cima. Viene aperto da giugno a settembre, ed il numero da contattare per informazioni è lo 0461/1637778. Anche il sito internet offre un sacco di informazioni utili oltre a delle immagini davvero fantastiche.

Gli accessi per arrivare al rifugio di Cima d’Asta sono molteplici: dalla Valsugana attraverso l’Altopiano del Tesino, dalla Valle di Primiero, dalla Val di Fiemme (tappa Sentiero Italia), dalla Val Campelle (Ponte Conseria). Si può arrivare anche attraverso la ferrata Giulio Gabrielli, che da Forcella Magna arriva a Colverde e a Passo Socède per poi scendere al rifugio, ma è sicuramente la via più impegnativa.
Molte sono le attività che vengono organizzate presso il Brentari: Il trekking e le arrampicate sono sicuramente le attività principali, ma non mancano le immersioni nel lago di Cima d’Asta, adiacente al Brentari. Un bellissimo lago considerato il più profondo a queste altezze in tutta Europa (38 metri).
L’ottimo lavoro fatto dalle guide alpine in queste zone e dai rifugisti ha permesso un incremento dell’interesse verso questi luoghi e la creazione di eventi in loco, come il Cima d’Asta Climbing Festival (un meeting di arrampicata sul granito), il Vertical Cima d’Asta (una gara di corsa in montagna), e attività ludiche per bambini come Avventura in rifugio… Alpinisti per un giorno, che permettono di mettere in contatto i bimbi con la natura selvaggia della montagna.
A pochi metri dalla vetta di Cima d’Asta si può accedere anche al bivacco Gianni Cavinato, una piccola costruzione in muratura con un tavolo e due brande a 2840 metri, rinnovato nel 2009: è sempre aperto come riparo d’emergenza.

Altri ricoveri nelle vicinanze sono il rifugio Refavaie a 1120 metri a Refavaie di Caoria, con bar e ristorante sempre aperti; il già citato rifugio di Malga Sorgazza a 1450 metri, un agriturismo aperto durante la bella stagione; il bivacco Pront – R.Sordo, a 1420 metri in val Cia zona Refavaie, un riparo sempre aperto; il ricovero Socede di Sotto a 1530 metri in val Socede, che è sempre aperto.

Preparazione e attrezzatura per alpinismo sulla cima

Per qualsiasi escursione, anche la più semplice, un po’ di preparazione serve sempre, soprattutto se si è poco esperti. In caso poi si intenda fare arrampicata, l’attrezzatura è decisamente molto importante: oltre all’imbragatura, il casco e le scarpette, servono i dispositivi di sicurezza e di discesa come i tuber e i vari moschettoni, della magnesite, cordini e fettucce e, utilissimo in caso di problemi, un cellulare (ancor meglio se satellitare). cima d'asta percorsoOvviamente, deve tutto essere in perfetto stato ed è sempre meglio controllare il proprio kit prima di ogni uscita.

Il granito delle pareti di Cima d’Asta rende anche necessario l’utilizzo di due accessori che, in questa situazione, non possono proprio mancare: parliamo dei nut e dei friend. I primi sono dei dadi in metallo con un cordino in acciaio, gli altri sono delle protezioni a camme; entrambi vengono utilizzati sul granito, in quanto possono essere infilati nelle fessure parallele della roccia come punto di sicurezza.
Gli escursionisti che decidono di raggiungere Cima d’Asta devono essere allenati, pronti ad affrontare ogni tipo di tracciato e devono avere anche conoscenze teoriche, come saper leggere la cartina dei sentieri, in quanto la segnaletica non è quasi mai presente.
E’ necessario quindi avere un buon senso dell’orientamento e saper comprendere anche le tracce sul terreno.

La via Normale per Cima d’Asta non necessita di un’attrezzatura per alpinismo, ma dopo la Forzeleta, proseguendo per il versante opposto, c’è un dislivello di circa 80 metri con cavi metallici: in questo punto per i più inesperti è meglio indossare l’imbragatura e il set da ferrata.
Quando poi si parla di arrampicata su parete, è necessaria una preparazione fisica, maggiore, dato il rischio di questo tipo di attività: oltre ad essere un ottimo camminatore, all’alpinista serve quindi forza fisica, resistenza allo sforzo, allenamento costante.
La montagna non è la parete attrezzata che si può trovare in palestra e necessita di molta attenzione, di studio, di consapevolezza dei propri limiti. Affrontare un’arrampicata a Cima d’Asta non coinvolge solamente il fisico, ma è anche e soprattutto un’intensa sfida con se stessi, tra le solitarie vie di granito, in un intenso scambio con la natura selvaggia e silenziosa.

Nei dintorni di Cima d’Asta…

Cima d’Asta

è un luogo bellissimo da esplorare e chi ha avuto l’opportunità di arrivare fin sulla vetta ha confermato che ne vale proprio la pena!cima d'asta Ma per chi non è un escursionista esperto, o per chi vuole comunque visitare anche il territorio circostante, Cima d’Asta risulta essere situata al confine di zone turistiche veramente incantevoli, dove le attività da svolgere sono davvero molte.
La Valsugana e il Lagorai si possono visitare in qualsiasi stagione, e innumerevoli sono le opportunità che questi luoghi offrono a livello turistico.

In inverno, le attività sportive come lo sci, la classica settimana bianca e i mercatini di Natale che attirano intere famiglie, sono le soluzioni più quotate. Ma anche in primavera ed estate la Valsugana è un territorio ricco di divertimento: trekking su percorsi dove è possibile una riscoperta della natura e dei suoi benefici (non solo a Cima d’Asta quindi!), esplorazioni del Trentino in bici o mountan bike (che possono essere noleggiate in loco), date le innumerevoli piste ciclabili, visite alle malghe, dove poter scoprire come vengono prodotti i formaggi locali e poter vedere come vivono gli animali in alta montagna. A tal proposito, sul sito della Valsugana c’è la possibilità di adottare una mucca per un anno, con un piccolo contributo, e di poter ritirare tra giugno e settembre il formaggio che in malga è stato fatto con il suo latte. Una parte del denaro versato, andrà in beneficienza per progetti dedicati ai bambini.
In Valsugana ci sono anche due laghi molto importanti per il turismo, i laghi di Levico e di Caldonazzo, balneabili da maggio a settembre, con spiagge libere alberate e stabilimenti balneari attrezzati. C’è la possibilità di fare sport acquatici e di passare una bellissima giornata con la famiglia. E’ possibile anche trascorrere una vacanza all’insegna del benessere, grazie alle Terme di Levico, Vetriolo e Roncegno.
E per non farsi mancare nulla, ci si può dilettare nella ricerca di percorsi enogastronomici per soddisfare gusto e olfatto!
Oltre alla Valsugana, anche la Valle dei Mòcheni offre moltissimi spunti per una vacanza ricca di natura, cultura e tradizione. E’ chiamata così perchè nel Medioevo si stabilì qui una minoranza tedesca, i Mòcheni, che permeò la cultura del luogo, tanto che la lingua Mòchena è tuttora parlata. Interessante in questo angolo del Trentino è la tradizione, fatta di folklore e leggende, legate alla tradizione mòkena, come le fiabe e le leggende che un tempo venivano raccontate attorno al fuoco, mentre le donne filavano. Molti sono i luoghi e le mostre da visitare, come la Mostra della Comunità Mòchena e il Filzerhof a Fierozzo, un maso tradizionale completamente recuperato e aperto al pubblico.

Nei pressi di Cima d’Asta non ci si può quindi annoiare, anzi, si può organizzare una vacanza che soddisfi tutta la famiglia. Le giornate, in questo stupendo angolo del Trentino, si possono poi concludere attorno ad un tavolo, assaporando i prodotti tipici del luogo, come i formaggi (il Vezzena), i piccoli frutti di bosco (fragole, lamponi, more, mirtilli, ribes) e varia frutta e verdura frutta e verdura come ciliege, mele e radicchio, le castagne, ma anche carni come la lucanica e lo speck; e per finire un ottimo pasto, non può mancare un goccio di grappa trentina






Attorno a Cima d’Asta

c’è tutto un mondo da scoprire, che vi consiglio di non trascurare:  prendetevi quindi qualche giorno in più, ed esplorate fino in fondo la natura e la tradizione del Lagorai. Tutto ciò che riguarda questa zona, dalla sua storia ai suoi sentieri e rifugi, passando per il territorio, le attrazioni e le cose da fare, è ciò che vi abbiamo descritto in questo articolo firmato TipInTravel.
Speranzosi di avervi fornito tutte le indicazioni utili alla vostra permanenza a cima d’Asta e dintorni, vi auguriamo una buona organizzazione e tutto il divertimento possibile tra natura, buon cibo e paesaggi mozzafiato!!!

Dopo aver visitato Cima d’Asta o qualunque altro posto del mondo vi indichiamo che potreste anche pensare di parlarne a tutti fornendo informazioni e consigli aggiuntivi! TipInTravel infatti mette a disposizione un’intera sezione dedicata ai racconti di viaggio degli utenti! Clicca qui per saperne di più ed inizia subito a raccontare i tuoi viaggi nel mondo!

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Articolo scritto da: Patrizia Fagnani