Chichen Itza (Messico): storia, orari, prezzi e cosa vedere nel tour
Guida alla scoperta di Chichen Itza in Messico tra storia e mistero…
I Maya prevedevano la fine del mondo…noi di TipInTravel prevediamo che la destinazione di oggi, Chichen Itza, vi conquisterà!
Ci troviamo in Messico, più precisamente nel nord della penisola dello Yucatán, tra la grande città di Mérida e quella coloniale di Valladolid: qui risiede Chichen Itza, complesso archeologico maya tra i più importanti, tanto da essere patrimonio dell’umanità UNESCO e dal 2007 è rientrato a far parte anche delle sette meraviglie del mondo moderno.
Chichen Itza è ritenuto così importante per via della vasta area (ben 3 km²) che ospita rovine ancora ben conservate, composte da numerosi edifici che testimoniano i vari stili architettonici dell’epoca: parliamo del periodo epiclassico della civiltà maya, ovvero fra il VI e l’XI secolo.
Gli edifici più famosi all’interno di Chichen Itza sono la piramide di Kukulkan chiamata anche El Castillo, l’osservatorio astronomico detto anche El Caracol, il campo da gioco della pelota, ed il Tempio dei guerrieri.
In questo Chichen Itza tour vi guideremo alla scoperta di questa meta, dove ci occuperemo di parlare della storia, le popolazioni che negli anni occuparono Chichen Itza, della costruzione e delle caratteristiche di questo celebre sito archeologico, le varie informazioni riguardanti le escursioni, i tour guidati e cosa vedere a Chichen Itza nello specifico, per poi concludere con aspetti più pratici quali i costi, gli orari, come arrivare al sito e cosa vi attende nei dintorni di Chichen Itza, naturalmente!
Perciò mentre state leggendo preparate creme solari e cappelli, Chichen Itza in Messico vi attende per mostrarvi di persona tutti (o quasi) i suoi segreti!
Storia e costruzione di Chichen Itza
La storia messicana è davvero piena di fascino e misteri, popolazioni indigene che hanno prosperato fino all’arrivo degli europei e che tutt’ora, anche se con difficoltà, purtroppo, vivono con tradizioni solide e radicate. Su tutta Chichen Itza aleggia un clima di mistero, vi avvertiamo dal principio.
Dal suo nome alla popolazione che vi ha vissuto e sulla sua storia, sono ancora in corso scavi e continue ricerche, che già negli anni passati hanno revisionato date ed eventi. Ma non è forse anche questo il fascino delle rovine di Chichen Itza?
Vi starete chiedendo il significato di questo nome: Chichen Itza è formata dalle parole “chi”, che significa bocca, e “ch’en”, ovvero pozzo, perciò letteralmente significa “Alla bocca del pozzo degli Itza”. Itza viene di solito ridotto in “itz”, magia, e “(h)á”, acqua; dunque “maghi o streghe dell’acqua”.
A questo punto viene spontaneo chiedersi chi siano questi maghi e streghe dell’acqua: gli Itza furono un gruppo etnico che predominava politicamente ed economicamente nella parte settentrionale dello Yucatán.
Dunque, gli Itza occuparono Chichen Itza, ma questa città già esisteva ed aveva un altro nome, che si presume essere Uuc Yabnal (si presume poiché sono stati rinvenuti libri che fanno riferimento alla città utilizzando tale nome, ma come dicevamo, i maya erano davvero pieni di misteri!). Questo nome è composto da una prima parte che indica il numero sette, mentre la seconda parte non si è ancora certi della sua esatta traduzione, ma ad ogni modo scoprirete continuando a leggere, che a Chichen Itza il numero sette compare svariate volte. Mi raccomando, tenete il conto.
Nel corso del tempo, queste terre videro un susseguirsi di occupazioni, nei secoli numerose popolazioni occuparono Chichen Itza per via della sua particolare posizione e conformazione. Pensiamo infatti ad un territorio arido, molto arido come lo è il Messico, ma con una certa zona (la penisola dello Yucatan) in cui sono presenti grandi e profondi pozzi naturali detti cenotes, con la capacità di fornire acqua in abbondanza e rendere l’ambiente rigoglioso: luogo perfetto per un insediamento, vero? Ed infatti, i Maya occuparono Chichen Itza circa nel 600 d.C. (che era proprio in mezzo a due grandi cenotes) ma fecero del sito una grande capitale regionale solo verso l’800 d.C. circa, facendo si che divenisse un polo molto importante nelle pianure settentrionali, sia dal punto di vista politico che economico, ma anche culturale.
È molto interessante la funzione che all’epoca aveva il cenote più grande, chiamato Cenote Sagrado: i Maya precolombiani gettavano manufatti ed esseri umani all’interno del pozzo d’acqua, in sacrificio al dio della pioggia Chaac. Pensate che tra il 1904 e il 1910, venne fatto dragare il cenote e vennero rinvenuti manufatti d’oro, di giada e di ceramica, ma anche resti umani (dell’età tra 3 e 55 anni) che portavano i segni tipici di un sacrificio.
Con il passare del tempo, i Maya non se la videro tanto bene: alcuni dei principali poli appartenenti alle pianure meridionali cominciarono un costante declino, e Chichen Itza non fu da meno. Verso la fine del 900 d.C., i Toltechi (una popolazione del Messico Centrale) occuparono Chichen Itza, divenendo la loro capitale. In questo periodo vi sarà un mix di stili architettonici ed artistici di Maya e Toltechi.
L’organizzazione politica di Chichen Itza era davvero peculiare per l’epoca: non era governata da un singolo individuo o da una singola dinastia ma anzi vi era un governo composto dai membri delle famiglie più importanti della città, chiamato anche multepal. All’apice della sua fioritura, Chichen Itza era la più grande potenza delle pianure settentrionali Maya, poiché grazie alle rotte marittime presenti su tutta la penisola dello Yucatán, la città disponeva di tutte le materie prime presenti sul territorio.
Grazie al ritrovamento di nuovi reperti e tecnologia più avanzata per la loro identificazione, si può affermare che attorno al 1000 d.C., Chichen Itza visse un susseguirsi di eventi che la misero in ginocchio, perdendo potere e venendo “rimpiazzata” da una nuova capitale, Mayapan. Tuttavia, vi è un vero enigma cronologico, dato che non si sa con esattezza cosa sia successo per far cadere Chichen Itza e sorgere Mayapan, nel cui sito attualmente sono in corso delle ricerche per tentare di ricostruire i fatti. Fatto sta che la città di Chichen Itza non venne mai del tutto abbandonata nonostante la diminuzione della popolazione ed il collasso politico, ed il cenote sacro mantenne la sua posizione come meta di pellegrinaggio. Con l’avvento degli spagnoli, nel 1531, Chichen Itza sarebbe diventata la capitale dello Yucatán spagnolo se la popolazione dei nativi Maya non li avessero costretti ad abbandonarla.
Le spedizioni archeologiche a Chichen Itza
Fu a metà ‘800 che avvenne la riscoperta di Chichen Itza grazie all’esploratore statunitense Stephens che descrisse la prima esplorazione del sito archeologico insieme a delle illustrazioni, pubblicando in seguito un libro. Con l’uscita del libro, iniziarono le esplorazioni archeologiche e venne poco dopo pubblicato un reportage fotografico da parte dell’esploratore francese Charnay. Nel 1875, la coppia Le Plongeon rinvenne, durante una campagna di scavi a Chichen Itza, una statua di figura umana che venne battezzata “Chac Mool”, termine tutt’ora utilizzato per riferirsi a tutte le statue dalle stesse fattezze ritrovate in Mesoamerica.
A fine ‘800 il console degli Stati Uniti Thompson, comprò per pochi dollari tutta l’area che comprendeva rovine di Chichen Itza, e per 30 anni esplorò l’antica città. Purtroppo, il console è infelicemente ricordato per i suoi atti: tolse i mattoni che formavano la piramide per costruire casa sua, sottrasse dei manufatti reperiti durante gli scavi portandoli negli Stati Uniti, la maggior parte nel museo dell’università di Harvard.
Nel 1913 venne fatta richiesta di finanziamenti per un programma di scavi, mappatura delle rovine e restauro di vari monumenti, ma per via della rivoluzione messicana e l’instabilità politica del periodo, solo nel ’24 iniziarono i lavori. In 10 anni, la Carnegie Institute, l’ente che finanziò i lavori, riuscì a sistemare il Tempio dei Guerrieri ed El Caracol, mentre il governo messicano fece lo stesso con El Castillo ed il campo del gioco della palla. Ricordate il console Thompson? Venne infine accusato per furto e contrabbando e il governo messicano pose sotto sequestro l’intera proprietà. Il console, che all’epoca era negli Stati Uniti, non mise più piede nello Yucatán, scrisse un libro per raccontare degli scavi e solo nel ’44, quando ormai era già morto, venne stabilito che non aveva commesso alcun reato e Chichen Itza venne ridata ai suoi eredi, che però la vendettero nuovamente a Fernando Peón, pioniere del turismo messicano.
Negli anni ’60 iniziarono due spedizioni archeologiche nel Cenote Sagrado, una finanziata dal National Geographic e l’altra da privati, supervisionate dall’Instituto Nacional de Antropología e Historia, istituto che tutt’ora si occupa di scavi e restauri nell’area.
Solamente negli anni ’70 il Messico proclamò che tutti i monumenti precolombiani, e dunque anche Chichen Itza, sono proprietà federale (e dunque dello Stato messicano); questa legge sembrerà banale ma non scontata affatto: non essendo più in mano ai privati, ora lo Stato ha pieni poteri sui siti archeologici e può ovviamente gestirne il turismo: migliaia di visitatori si presentavano alle porte di Chichen Itza ogni anno e con lo sviluppo nell’area della costa di Cancún, si prevedevano sempre più visitatori. Cosa che effettivamente ai giorni d’oggi ormai si verifica.
Chichen itza: altezza, composizione e caratteristiche del complesso archeologico
Il complesso archeologico di Chichen Itza è costituito da vari raffinati edifici in pietra, in diverso stato di conservazione e utilizzo. Infatti, alcuni erano luogo di culto, mentre altri erano palazzi di rappresentanza. Come abbiamo detto, ci sono i due grandi cenotes ed uno dei più grandi e meglio conservati campi del gioco della palla mesoamericana, o “juego de la pelota” in spagnolo, dello Yucatán. Vedremo dunque quali sono le caratteristiche di questo complesso archeologico e come è strutturato nel dettaglio, per darvi un’idea completa della maestosità architettonica, riflesso della cultura maya!
La città di Chichen Itza era stata costruita proprio nell’area in mezzo tra un cenote e l’altro:
- Cenote Sagrado a ovest dell’entrata
- Cenote Xtoloc a est.
Al centro
di Chichen Itza troviamo El Castillo, con alla sua sinistra il campo da gioco della palla mesoamericana e alcuni templi; di fronte a El Castillo invece vi è il Gruppo delle Mille Colonne, il tempio dei Guerrieri ed il Mercado, a sinistra verso il cenote Xtoloc, l’ossario, l’osservatorio, la Iglesia e Las Monjas. Sarà Chichen Itza all’altezza delle vostre aspettative? Noi pensiamo andrà anche oltre! Ecco qui nel dettaglio la sua composizione archeologica.
Centro di Chichen Itza
Partiamo da El Castillo, o tempio di Kukulkan (il dio-serpente piumato), parte centrale di Chichen Itza e luogo più famoso di tutto il centro archeologico, divenuto simbolo dei Maya. Fù costruito proprio dalla civiltà maya tra l’XI ed il XIII secolo, è una piramide a gradoni, con quattro lati di scalinate che partono da terra arrivando alla sommità e delle sculture di serpenti piumati che “corrono” lungo i lati della balaustra nord. Ogni lato è costituito da 91 gradoni e sommati assieme alla piattaforma del tempio, vanno a costituire 365 punti, tanti quanti i giorni dell’anno. È considerata una delle più famose piramidi a gradoni precolombiane messicane.
Era tipico nelle culture mesoamericane di costruire templi sopra a quelli preesistenti, ed El Castillo non fu da meno: fu negli anni ’30 infatti che durante degli scavi vennero rinvenuti i resti di un antico tempio sepolto da quello attuale. Parliamo di un tempio puramente Maya, mentre invece El Castillo ha avuto una grande influenza della cultura tolteca. All’interno del tempio troviamo una statua Chac Mool con un trono a forma di giaguaro, dipinto di rosso e le macchie costituite da preziose pietre di giada incastonate. Per rendere la sala del trono accessibile al pubblico, venne costruito un tunnel che partiva dalla base nord e ridiscendeva in una scalinata fino al tempio interno. Venne però chiuso nel 2006 a seguito della sfortunata morte di una turista americana che cadde dalle scale.
Quanto misurerà in altezza Chichen Itza? Sono ben 24 metri quelli che hanno resto così famosa Chichen Itza, altezza considerevole vero? Che sommata ai 6 metri del tempio fanno raggiungere 30 metri a Chichen Itza. Altezza che le ha aggiudicato il record per il sito archeologico più alto!
Kukulcán era per i maya il dio dalle sembianze di un serpente piumato e dai documenti spagnoli che risalgono alla conquista del Messico, con a capo Hernán Cortés, quest’ultimo venne considerato la reincarnazione della divinità e fu per questo che riuscì più facilmente a sottomettere prima ed annientare poi la civiltà Maya, che purtroppo ignorava il suo destino.
CURIOSITA’: Provate a battere le mani quando sarete lì, davanti a una delle scalinate: sentirete un eco bizzarro, che ricorda un cinguettio. Il cinguettio che udirai è quello di un tipico uccello del luogo, il quetzal, considerato sacro per la civiltà maya e le cui piume erano considerate davvero preziose.
Parte ovest e nord di Chichen Itza
Con la convinzione che per capire un luogo, si debba comprendere anche la popolazione che lo ha abitato, sembra giusto approfondire una questione importante: la civiltà maya aveva una visione del tutto diversa riguardo la morte rispetto a noi occidentali odierni. I maya vedevano la morte non come una minaccia ma bensì un dono! Per spiegare meglio questo concetto, partiremo con l’introdurvi una tradizione che, se pur in maniera molto diversa dal passato, è tutt’ora portata avanti: Tlachtli, “juego de la pelota”, “gioco della palla mesoamericana”, un gioco considerato un rito religioso che riuniva tutta la comunità. Esso consisteva in due fazioni che dovevano lanciarsi la palla da una parte del campo all’altra, con l’obiettivo di non farla mai cadere a terra, e per farlo dovevano colpirla solo con gambe, testa, fianchi, busto. Si perdevano punti se si lasciava cadere la palla mentre se ne guadagnavano se, per esempio, la si faceva rimbalzare nel muro del campo avversario; se nel frattempo si riusciva anche a far passare la palla dentro un anello in pietra posto in alto, il giocatore fortunato si assicurava la vittoria (non la squadra, badate bene!) e poteva domandare al pubblico o ai giocatori della squadra avversaria, un premio qualsiasi. Questo evento non doveva capitare molto spesso, data l’altezza considerevole dell’anello in pietra e, beh…il peso della palla: tra i 2 e i 4 kg. Non erano rare infatti le volte in cui i giocatori si procuravano ferite, escoriazioni e vere e proprie mutilazioni. Penso che anche Hugo Sanchez avrebbe avuto qualche problemino a vincere! Ad ogni modo, se a far passare la palla nell’anello, anziché un giocatore qualsiasi, era il capitano della squadra, le cose cambiavano: il vittorioso veniva sacrificato in onore del dio del gioco Xolotl, come vi abbiamo detto infatti la morte era un dono, perciò il vincente aveva l’onore ed il privilegio di avvicinarsi al dio.
Il gioco della palla maya era estremamente importante per la società, non solamente a Chihcen Itza: pensate che era anche utilizzato per dispute all’interno della comunità e per risolvere problemi tra tribù. Anziché iniziare delle sanguinose guerre, i maya se la giocavano a pallone e chi vinceva si conquistava il diritto di decidere nei suoi interessi.
Tuttavia, era un gioco molto amato da bambini e donne, perciò non erano rari gli incontri amichevoli (e senza sacrifici) in campi improvvisati!
A Chichen Itza troviamo ben sette campi per il gioco della palla, e uno in particolare è il più grande di tutta la mesoamerica, lungo 166 metri e largo 68 metri, con mura alte 12 metri e due anelli di pietra intagliata raffiguranti dei serpenti intrecciati.
Le mura interne non sono meno impreziosite degli anelli: troviamo infatti numerosi bassorilievi che ci aiutano a ricostruire questo celebre e quanto misterioso rito. Troviamo infatti scolpite delle figure raffiguranti i giocatori, ed in un altro pannello un giocatore decapitato dalla cui ferita sei fiotti di sangue prendono la forma di serpenti ed il fiotto centrale (quindi un totale, anche qui, di sette fiotti) diparte un albero.
Vicino al campo da gioco, a nord troviamo il Tempio dell’uomo barbuto la cui struttura è stata progettata in modo tale che appoggiando la schiena dove c’è il tempio e parlando, chi si trovasse all’estremità opposta, ben 135 metri di distanza, fosse possibile udire. Un modo ingegnoso affinché dignitari in visita e leader potessero conversare senza essere vicini. A sud di Chichen Itza invece troviamo un altro tempio in rovina, mentre ad est il Tempio del Giaguaro sui cui lati vi sono due ampie colonne intagliate con la figura del serpente piumato. All’interno del tempio c’è un grande affresco raffigurante scene di guerra ma molto danneggiato. All’entrata troviamo un trono sempre a forma di giaguaro che rimanda a quello nel Castillo, ma non presenta decorazioni.
La parte bassa del Tempio del Giaguaro si apre sulla piazza dalla parte opposta al campo di gioco. Nell’entrata è situato un trono a forma di giaguaro simile a quello trovato nel tempio interno del Castillo, ma privo di pitture e altre decorazioni. Le colonne esterne, così come i muri interni, sono coperti da elaborati bassorilievi. Vi è anche un’iscrizione muraria raffigurante uno tzompantli, che era una specie di scaffale in cui venivano esposti teschi umani allineati.
La piattaforma di Venere o “plataforma de Venus” in spagnolo, è un tempio dedicato al pianeta Venere. Si trova proprio di fronte ad El Castillo e davanti all’imbocco del Camino Ceremonial, ovvero il sentiero che conduce al Cenote Sagrado. Perché Venere? Si sa che i maya erano appassionati di astrologia, che però bisogna far attenzione a non confondere con l’astronomia. Se quest’ultima infatti si tratta di pura e fondata scienza, l’astrologia è un insieme di credenze, superstizioni, tradizioni, però privi di fondamento scientifico e che portano a pensare che posizioni e movimenti dei corpi celesti, influiscano sulle vite presenti nel pianeta Terra. La cultura maya era profondamente intrisa ed intrecciata con l’astrologia. Venere, dopo la Luna, è il corpo celeste più luminoso nel cielo notturno perciò è facilmente visibile in un cielo terso (sicuramente all’epoca maya gli astri erano molto visibili a causa dell’assenza di inquinamento luminoso). Venere era talmente importante per la civiltà maya, che venne creato un calendario religioso basato sui suoi movimenti, ed era utilizzato per decidere quale fosse il tempo propizio per i vari eventi importanti come le guerre o l’incoronazione di governanti.
I maya pensavano che vi fosse un mondo superiore e un mondo inferiore, basato dalla comparsa e scomparsa di Venere in cielo e raccontavano che il dio Kukulkán faceva un viaggio nel mondo inferiore durante i due cicli di 8 e 50 giorni durante i quali appunto il pianeta scompare dal cielo. Ecco spiegata la tanta devozione a questo pianeta!
A nord di El Castillo si trova il Tempio dei Guerrieri, che è considerata la seconda struttura archeologica più importante di Chichen Itza, composta da una gigantesca piramide dai larghi gradoni, con file di colonne intagliate che riproducono figure di guerrieri e sacrifici. Sulla cima della piramide vi è una scala che sta ad indicare l’entrata del tempio. All’ingresso troviamo una statua Chac Mool utilizzata durante la civiltà maya come altare per i sacrifici e per deporre poi il cuore dei sacrificati. I filari di colonne del gruppo delle Mille Colonne si pensa sostenessero sale di riunione.
El Mercado, ovvero “Il Mercato” di Chichen Itza, è formato da alti pilastri in pietra di pianta rettangolare. Si pensa che anch’essi siano la base di un edificio. Dato che la porta è molto piccola, si suppone che fosse una versione maya della sauna. La porta è alta meno di 1 m, perciò per entrare bisognava inginocchiarsi ed entrare a gattoni.
Parte est e sud di Chichen Itza
Qui troviamo, appena sulla destra dell’entrata a Chichen Itza, la Tomba del Sommo Sacerdote (Osario), che non è altro che una versione più piccola di El Castillo.
A seguire troviamo il “Templo de Venado”, il Tempio del Cervo, una struttura abbastanza grande con un’ampia scalinata in pietra che porta alla cima. Il nome deriva da un dipinto scoperto durante gli scavi iniziali, dove venne rinvenuta la figura di un cervo affrescata, che purtroppo è scomparsa nel tempo.
Procedendo vi è El Caracol, l’osservatorio astronomico. Questo edificio è davvero singolare e fa capire quanto i maya fossero affascinati dall’astrologia: l’edificio rotondo è posto su una larga piattaforma quadrata, con la scala di pietra a spirale all’interno (da qui el Caracol, che significa “chiocciola”). Le porte sono allineate non solo alla posizione del sole nell’equinozio di primavera, ma anche ai punti delle massime declinazioni nord e sud della Luna e ad altri eventi astronomici ritenuti sacri. Come facevano i Maya a sapere quando avvenivano i solstizi ed equinozi?
Dall’interno della struttura essi osservavano le ombre proiettate dal sole! Potrete osservare che vicino a El Caracol vi sono delle grandi coppe in pietra: venivano riempite d’acqua poiché il riflesso delle stesse sulla superficie permetteva ai maya di completare il loro complesso ma preciso calendario.
Ed infine troviamo Las Monjas e il Akab Dzib. Las Monjas, è un complesso di stabili che risalgono alla fine del periodo Classico maya, e sono costruiti in stile architettonico Puuc. Questo stile è uno dei cinque stili architettonici della cultura Maya, portato dai Puuc, una civiltà che si insediò nei pressi di Mérida, città vicino a Chichen Itza. Puuc significa, nell’ antica lingua maya, “le zona delle colline”, una zona particolarmente fertile e che presentava appunto piccole aree collinari, un’area geografica di certo diversa a quella della pianura desertica dello Yucatan dove si trovava Chichen Itza a cui i maya erano abituati.
Gli spagnoli quando videro tali strutture pensarono si trattasse della sede di un qualche ordine monastico, ma in realtà era un palazzo di governo. Vicino, troviamo un piccolo tempio che venne chiamato La Iglesia, abbellito con elaborate maschere del dio della pioggia Chaac.
Akab Dzib, “La casa delle iscrizioni misteriose” era la residenza del governante di Chichen Itza, di nome kokom Yahawal Cho’ K’ak’. Questo edificio è alto 6 metri (considerando altre strutture a Chichen Itza in altezza questo edificio è considerato corto!), lungo 50 e largo 15 metri. La facciata che è rivolta verso ovest presenta sette porte (ancora una volta il numero sette), quella rivolta a est quattro porte interrotte da una scalinata che porta al tetto. Si pensa sia la parte frontale della casa, rivolta verso il cenote, che oggi è asciutto. A sud c’è solo una porta, che conduce ad una camera minuta. Qui troviamo le iscrizioni misteriose, intricati glifi in rilievo. Nello stipite della porta è scolpita una figura seduta circondata da altri glifi: da qui deriva non a caso il nome della scrittura.
Più a sud del sito troviamo il Chichen Itza Viejo, ovvero il vecchio Chichen Itza, che include altre strutture minori come il Gruppo della Serie Iniziale, il Tempio Fallico, la Piattaforma della Grande Tartaruga, il Tempio delle Civette e il Tempio delle Scimmie. Insomma, di sicuro le cose da vedere qui a Chichen Itza non sono poche!
Escursione, tour guidati e cosa vedere a Chichen Itza (Messico)
Fin dagli anni ‘80
, Chichen Itza riceve il maggior numero di visitatori specialmente il giorno dell’equinozio di primavera. Questo perché in questa data, al calare e al sorgere del sole, vi è un effetto di luci ed ombre sul lato della scalinata del tempio di Kukulcan, El Castillo, dove sembra che il serpente piumato discenda le scalinate della piramide per terminare sulle teste di pietra alla base. La tecnologia maya è davvero strabiliante, le loro costruzioni riescono a sfruttare la natura per creare effetti straordinari, come appunto il gioco di luci ed ombre sulla piramide o il cinguettio prodotto dall’eco dei rumori.
Ogni notte, dopo il tramonto, El Castillo risplende: uno spettacolo emozionante con straordinari effetti di luce ed effetti sonori, proiettati tutta la notte illuminando la piramide di diversi colori. I visitatori sono liberi di camminare attorno o sedersi per terra e godersi lo spettacolo.
Suoni e colori accompagnano 30 minuti di proiezioni di storie d’amore, guerra, vita e morte dell’antica civiltà maya. Non perderti questo spettacolo quando visiterai Chichen Itza! È assolutamente un’emozione da non perdere per goderti a pieno la tua visita e visitare un sito archeologico in maniera diversa.
All’interno del sito di Chichen Itza (e fuori) vengono organizzati numerosi tour guidati, sia semplici che originali! Ad ogni modo potete anche girare il sito in completa autonomia, ma un Chichen Itza tour ed escursioni guidate possono essere utili se volete approfondire la storia e fare domande alle guide molto preparate.
Ricapitolando, per un tour di Chichen Itza completo consigliamo di affidarvi alle visite guidate, ma se avete tempi ristretti o volete visitare il sito da soli, le rovine che di sicuro dovete vedere sono:
- El Castillo (Piramide di Kukulkan);
- El Caracol;
- Tempio dei guerrieri;
- Campo da gioco della palla mesoamericana;
- La casa delle iscrizioni misteriose.
Durante la vostra visita ci raccomandiamo di indossare abiti leggeri e comodi, scarpe da trekking o comunque sportive e comode. Portate occhiali da sole, un cappello (leggero e meglio se ampio), costume da bagno (fate un bagno nel cenote!), crema solare, soldi extra se vi interessa qualche souvenir.
Chichen Itza tour organizzati
Se avete intenzione di visitare Chichen Itza con tour che venga organizzato dal luogo dove alloggiate, dovrete logicamente informarvi sui tour guidati offerti dagli hotel e dai comuni della città dove starete. Noi vi abbiamo descritto quei tour giornalieri a Chichen Itza che ci sono sembrati più validi, più interessanti e divertenti per garantirvi massima efficienza e una qualche idea di base!
- Tour da Cancun a Chichen Itza
(trasporto + visita guidata + pranzo a buffet + bagno nel cenote)
Organizzato da Amigo Tours: se alloggiate in un hotel di Cancun e volete usufruire di un Chichen Itza tour efficiente, abbiamo trovato questo pacchetto interessante. Un veicolo privato vi preleverà dal vostro alloggio e potrete comodamente godervi il viaggio verso Chichen Itza. Con la guida a disposizione visiterete il sito e potrete pranzare a buffet per poi visitare la città coloniale di Valladolid. In seguito, potrete farvi un bagno in un cenote, rientrando finalmente in hotel.
Questo tour di 12 ore costa circa 60€ a persona e comprende tutti i servizi indicati. - Tour personalizzato con visita di un parco a scelta
(trasporto + parco a scelta + visita guidata + pranzo a buffet + spiaggia)
Organizzato da Xcaret: questo pacchetto flessibile si adatta ai vostri gusti ed esigenze. Potrete decidere infatti quale parco divertimento fra Xcaret, Xel-Ha, Xplor potrete visitare, per poi usufruire di una visita guidata di Chichen Itza ed il pranzo a buffet.
Se scegliete l’opzione di Xcaret avrete la possibilità di prendere parte a oltre 40 attività, attrazioni naturali e spettacoli culturali, come un padiglione delle farfalle dove quest’ultime volano nel loro habitat naturale, un acquario di barriera corallina, il Museo di arte messicana popolare e Cimitero messicano con 365 tombe.
Potrete fare snorkeling nei fiumi sotterranei di Xcaret incontaminati, passeggiare lungo il Tropical Jungle Trail, visitare attrazioni come la Rotating Scenic Tower, la House of Whispers e il Living Museum of Orchids. La durata è di 12 ore.
L’opzione Xel-Ha permette di visitare il più grande acquario naturale del mondo, dove potrete immergervi e fare snorkeling tra centinaia di pesci tropicali e 90 specie marine. Molto interessanti i programmi educativi, ad esempio la preservazione della conca regina in via di estinzione. Potrete osservare un apiario dell’ape Melipona, con la tradizionale raccolta di miele Maya due volte l’anno, nuotare in un cenote, far giri in bicicletta e rilassarvi su comode amache. Questo Chichen Itza tour ha la durata di 6 ore.
Con l’opzione Xplor potrete esplorare un altro parco avventura con le linee di zip ad un’altezza da 8 a 45, per lanciarvi negli splendidi cenotes. Potrete guidare veicoli anfibi, remare zattere nelle grotte sottomarine e nuotare nel fiume in questo mondo sotterraneo. Questa esperienza dura 12 ore.
Infine, arriverete a Chichen Itza con tour guidato della durata di 6 ore.
Qualsiasi opzione scegliate avrete sempre il trasporto, la visita guidata e il pranzo a buffet (cucina tipica messicana e bevande) incluse, per un costo a partire dai 190€.
Se ciò che cercate è la giusta combinazione tra tour di Chichen Itza in autonomia e tour organizzato, abbiamo trovato una proposta che sa fornirvi i comfort dell’organizzazione con l’indipendenza ed autonomia della visita con i vostri tempi.
Con un’offerta esclusiva offerta da Viator, vi sarà consentito esplorare il sito archeologico al ritmo che preferite, decidendo quando e quante volte accedere, con a disposizione una suite dove poter rilassarvi ed usufruire dei servizi del Mayaland Resort.
Verrà fornito il viaggio di trasporto verso Chichen Itza da Cancun (ritorno compreso), dove una volta acquistati i biglietti avrete una suite in loco. Qui avrete a vostra disposizione bevande fresche, piscine, asciugamani, sedie a sdraio, giardini botanici di Mayaland Resort, così da poter decidere di spezzare la vostra visita al sito con un po’ di relax e divertimento. Inoltre, verrà fornita una brochure con sconti speciali da utilizzare a Mayaland nei suoi ristoranti, bar, negozi e altre attività.
Questo tour di Chichen Itza dura in totale 10 ore, si parte dalla maggior parte degli hotel di Cancun e Playa del Carmen le 7:00 e le 8:00 a seconda dell’hotel.
Per chi non soggiornasse negli hotel convenzionati, il punto d’incontro a Cancun sarà presso l’Hotel Bonampak, mentre a Playa del Carmen ci si può ritrovare a The Reef Coco Beach, The Reef Playacar oppure The Reef 28.
Il prezzo di questo pacchetto viaggio (escluso il prezzo del biglietto d’entrata per Chichen Itza) parte da circa 30 €. Nel caso cambiaste idea, è possibile ottenere un rimborso completo cancellando la prenotazione 24 ore prima dell’inizio del viaggio.
Guarda i prezzi per volare in Messico alla scoperta di Chichen Itza…
Prezzo e orari
Innanzitutto, dobbiamo far presente che per entrare a Chichen Itza, ogni viaggiatore deve pagare una tassa locale di 406 MXN (o pesos messicani), pari a circa 20€.
Il sito archeologico di Chichen Itza è aperto tutti i giorni dalle 8 di mattina alle 17 (attenzione ultima entrata è alle 16).
Il costo d’ingresso se visiterete senza guida sarà di 242 MXN (circa 11€), mentre per i bambini sotto i 13anni la visita è gratuita; si possono fare foto ma se volete fare video dovrete pagare una tassa di 45 MXN (circa 2€) per ricevere l’autorizzazione a filmare.
ATTENZIONE: Dato che la domenica i messicani non pagano l’ingresso, fate attenzione perché potreste trovare il sito davvero molto molto affollato!
È possibile acquistare in anticipo il biglietto d’entrata al sito archeologico con visita guidata e trasporto incluso, il costo del “pacchetto” Chichen Itza tour organizzato è di circa 29€. Se alloggi a Playa del Carmen o Cancun il bus vi verrà a prendere all’hotel, altrimenti verrà fornito un punto d’incontro al momento della prenotazione.
Per evitare problemi all’ultimo minuto, vi consigliamo di acquistare si online il biglietto, ma magari pochi giorni prima della visita, così da esser sicuri di non aver problemi.
Come arrivare e cosa trovare nei dintorni di Chichen Itza…
Eccoci arrivati al punto cruciale: come arrivare a Chichen Itza? Ve lo spieghiamo noi! Prima di tutto dobbiamo premettere due cose: la prima è che se avete un viaggio in crociera che passa per le coste messicane, non potete non visitare Chichen Itza. Mezza giornata per visitare questo unico sito archeologico ne varrà la pena, garantito. Molte crociere organizzano soste e viaggi verso l’antica capitale maya, sfruttate l’opportunità!
La seconda premessa è: organizzate bene il vostro viaggio a seconda dei vostri tempi. Dovete tener conto che il Messico è uno stato davvero vasto. Da Città del Messico (la capitale) a Chichen Itza, per esempio, ci sono oltre 1000 km, pari a 17 ore e mezza di viaggio in auto. Dunque, se avete poco tempo a disposizione e il luogo di interesse che più ci tenete a visitare è Chichen Itza, vi consigliamo di optare di arrivare direttamente nei paraggi. A Mérida e Valladolid ci sono due aeroporti parecchio grandi e comodi per arrivare a destinazione.
In genere la penisola dello Yucatan è gettonata per le spiagge dall’acqua cristallina e le mete balneari più prese in considerazione sono Cancun, Playa del Carmen, Tulum. Queste tre città sono molto comode per chi volesse godersi il mare e fare una capatina a Chichen Itza. Qui forniamo due metodi per raggiungere il sito archeologico più comodamente.
La prima opzione riguarda il tragitto da percorrere nel caso aveste deciso di noleggiare una macchina, un mezzo molto comodo per il vostro viaggio poiché vi permette di visitare Chichen Itza e ogni altra meta con le vostre tempistiche senza dover guardare l’orologio.
Arrivare da Cancun
Per arrivare a Chichen Itza da Cancun con l’auto dovrete percorrere per circa 200 km la strada 180D fino a Pisté, per poi seguire le indicazioni per Chichen Itza.
Se non avete una macchina a disposizione, potrete usufruire del bus della compagnia ADO, che parte dal centro di Cancun giornalmente alle 08:45 di mattina con ritorno alle 16:30, così da avere tutto il tempo necessario per il vostro Chichen Itza tour.
Per acquistare il biglietto A/R anticipatamente (cioè almeno 24 ore di anticipo rispetto al viaggio) bisogna farlo attraverso il sito della compagnia o alla stazione dei bus, al prezzo di 314 MXN (15€ circa). Se invece acquistate il biglietto il giorno stesso del viaggio, il prezzo è di 596 MXN (circa 28€).
Per acquistare il biglietto online tenete a mente che avrete bisogno di una carta prepagata o carta di credito che rientri nei circuiti disponibili. Il viaggio dura all’incirca 3 ore, i pullman sono moderni dotati di aria condizionata e i posti a sedere vengono assegnati al momento della prenotazione.
Arrivare da Playa del Carmen
Se invece partite da Playa del Carmen (località turistica a sud di Cancun), dovrete percorrere la strada a pagamento 305D per 6 Km e poi proseguire sulla 180D in direzione Kantunil fino a Pisté.
Per i bus ADO troverete prezzi che possono partire dai 312 MXN ai 628 MXN (andata e ritorno) con la durata di 3 ore e 45 minuti. Il bus parte alla stazione di Quinta Avenida, alle 8 di mattina e rientro previsto alle 16:30.
Arrivare da Tulum
Da Tulum a Chichen Itza
dovrete percorrere la strada 109 fino a Chemax per poi imboccare la 180 fino a Valladolid. Qui percorrendo la strada a pagamento 180D arriverete a Chichen Itza.
Alla stazione di Tulum, i bus di ADO partono alle ore 9:05 del mattino con ritorno alle 14:40, impiegando 2 ore e 40 minuti. Il biglietto costa 222 MXN se si compra anticipatamente, mentre sui 440 MXN se comprato il giorno stesso del viaggio.
Arrivare dai dintorni…
Se invece avete deciso di alloggiare negli hotel nei pressi del sito archeologico di Chichen Itza, dall’aeroporto di Valladolid troverete tutte le indicazioni per arrivarci, dato che è molto vicino. Sconsigliamo di prendere dei taxi, anche se possono sembrare l’opzione più conveniente dal punto di vista pratico, non lo sono certamente dal punto di vista economico.
Stesso vale per gli autobus, che partono da Valladolid e arrivano fino a Pisté, al costo di 4/6€, ma dovrete prenderne un altro da Pisté fino a Chichen Itza, spendendo altri 6/9€.
Dall’aeroporto di Mérida invece (opzione più plausibile dato che è l’aeroporto più grande), sempre se vi sposterete in macchina, prendete la strada 180 e nei pressi di Kantunil svoltate per imboccare la 180 D; proseguite finché non vedrete le indicazioni per Pisté, dove la strada diventa 79. Da lì troverete le indicazioni per il sito. Tuttavia, andando a pagare per i pedaggi, andrete a spendere qualche soldino in più rispetto se prenderete l’autobus, che costa dai 5€ ai 7€ ed impiega 2h (con la macchina un po’ meno). I bus della compagnia Autobuses Oriente partono ogni 3 ore da Mérida Noreste, e sono attivi ogni giorno.
Cosa vedere nei dintorni di Chichen Itza…
Chichen Itza è un sito archeologico unico e importante per la storia del Messico, ma anche ciò che sta attorno ha il suo pezzo di storia e merita di essere visitato durante il vostro viaggio in Messico.
Per esempio, a circa 4 km a ovest da Chichen Itza vi è una rete di grotte, considerate sacre per i Maya, conosciuta come Grotte di Balankanche. Qui troviamo una grande quantità di antiche ceramiche e statuette, che non hanno cambiato posizione fin dai tempi precolombiani. Numerose spedizioni archeologiche vennero compiute nella grotta e nel ’59 si scoprì che nella grotta vi era una falsa parete: al di là di questa parete vennero trovate altre grotte piene di reperti archeologici come ceramiche, incensieri intagliati nella pietra, vari oggetti e gioielli. Così la grotta divenne un museo sotterraneo e gli oggetti, una volta studiati, vennero rimessi nella stessa posizione. La visita a queste grotte Balankanche costa 6€.
Il Cenote Ik Kil è a 3 km da Chichen Itza, un pozzo d’acqua calda dove potrete entrare a fare un bagno, per rinfrescarvi e rilassarvi dopo una visita al sito! L’entrata costa 4 €.
Per effettuare a Chichen Itza un tour interessante, è possibile optare per quello offerto da GetYourGuide, che vi permette di vivere un’avventura in un parco naturale a cavallo, 45 minuti in cui attraverserete la giungla da Valladolid fino al parco avventura. Sarete circondati da alberi altissimi, il canto degli uccelli e il profumo fresco delle piante. Potrete inoltre nuotare nel rinfrescante Cenote Rio Maya. Sarete accompagnati da una guida esperta che racconterà nel viaggio antiche storie Maya. Vi insegnerà i poteri curativi delle piante medicinali e scoprirete cosa o meno è commestibile.
Incluso nel biglietto Chichen Adventure c’è la cavalcata di 45 minuti ed il tempo libero per nuotare al cenote.
Se avete voglia di scoprire le terre dello Yucatan di sicuro questo è il modo più emozionante e suggestivo!
Ad appena 30 km da Valladolid e poco distante da Chichen Itza, troviamo le antiche rovine Maya di Ek Balam avvolte dal fresco verde della giungla. Ek Balam, fondata intorno al 300 a.C. nella lingua Maya significa “Giaguaro nero” ma non si sa per certo il perché di questo nome dato che vengono fornite varie ipotesi. Ciò che c’è di strabiliante qui è, oltre la florida e pittoresca ambientazione, gli incredibili stucchi che ricoprono la città. Quello che differenza questo sito dagli altri è che è possibile arrampicarsi sulle rovine! Dall’alto avrete la possibilità di godere la fitta foresta che si estende a perdita d’occhio, donando quella sensazione di andare a ritroso nel tempo e forse percepire la sensazione che i maya provavano a quella stessa vista.
La struttura più grande è l’Acropoli, con decorazioni e stucchi sono incredibilmente conservati e protetti da capannine con tettoia in paglia. Il tempio più singolare è raffigurato come la bocca di un enorme mostro, con le fauci aperte: secondo i maya questa era la porta per altri mondi.
Affianco all’entrata alle rovine di Ek Balam una strada sterrata di un po’ più di un km conduce fino al Cenote X-Canche. Per raggiungerlo è possibile dunque andare a piedi o se siete impazienti, noleggiate una bici!
Se avrete l’opportunità di soggiornare a Tulum (o se non altro visitarla), troverete un importante complesso archeologico Maya, proprio sulla costa a picco sul mare. Questa posizione particolare ha fatto sì che gli spagnoli il 3 marzo 1517, il giorno del loro arrivo, la avvistassero per prima. Tulum era molto importante come scalo commerciali, li arrivavano moltissimi prodotti preziosi. Ora è anche meta di numerosi turisti che vogliono godersi sabbia finissima, tipica della costa caraibica.
Se non siete necessariamente tipi da mare o playero come direbbero in spagnolo, vicino a Chichen Itza ai trova una città coloniale che già vi abbiamo accennato: Valladolid. Un luogo accogliente, nella cui aria si respira la tradizione e la storia.
Polo vitale e internazionale, con edifici dai caldi colori messicani, con la bocca del cenote Zacì nel centro della città musei di archeologia e di arte coloniale, folklore messicano. Tutto crea un quadretto perfetto per immergervi nella cultura di questo popolo che può farvi sentire a casa anche se siete oltreoceano.
Non perdetevi la cattedrale nel deserto, a Uayma (8 km dal centro di Valladolid): il convento di Santo Domingo, dalle pareti rosse affrescate in contrasto con l’azzurro del cielo, da vita a tutti quegli immaginari collettivi che ci siamo creati quando abbiamo letto qualche pagina di libri ambientati in Messico, scenari carichi di terra arsa dal sole e cieli limpidi, un’aria calda che sembra tenere imprigionate le anime di quei luoghi mistici, perché tengano stretti i loro segreti.
Ciò che troverete a Valladolid inoltre è un aspetto della cultura maya che in altri posti è andato a scemare ma che qui è ancora ben radicato: parliamo del valore rituale assegnato al cibo da questa antica civiltà.
Fatevi un favore e visitate la Fabrica de Chocolate Maya Artesanal: questo piccolo locale che si trova tra le graziose e vivaci stradine del centro, scoprirete non solo la storia ma anche l’importanza attribuita al cioccolato dalla civiltà Maya prima, e in seguito anche dagli spagnoli. Questa visita può solo aggiungere valore al vostro viaggio che sarà già di per sé carico di emozioni: “la dolcezza di questo cioccolato che porta con sé anche l’amarezza di una storia tragica saprà trasmettervi più di quanto immaginiate. La cultura e la storia di un popolo non passano solo attraverso gli occhi”, vero? Anche le vostre papille gustative vogliono la loro parte!
Qui finisce il nostro Chichen Itza tour, una tappa che non potrete di certo perdere nel vostro prossimo viaggio in Messico! Abbiamo visto la storia di questo sito archeologico con le varie storie dei popoli che occuparono Chichen Itza, la struttura e composizione, informazioni sulla visita con i prezzi e gli orari, cosa vedere e come arrivare a Chichen Itza, per finire con i vari luoghi di interesse da includere nel vostro viaggio, che si trovano nei dintorni di questo sito archeologico.
Noi di TipInTravel ci auguriamo che questo articolo vi sia stato utile e che vi lancerete in quest’avventura oltre oceano, per scoprire con i vostri occhi le antiche bellezze e misteri delle affascinanti rovine Maya di Chichen Itza!
Dopo aver visitato Chichen Itza o qualunque altro posto del mondo vi indichiamo che potreste anche pensare di parlarne a tutti fornendo informazioni e consigli aggiuntivi! TipInTravel infatti mette a disposizione un’intera sezione dedicata ai racconti di viaggio degli utenti! Clicca qui per saperne di più ed inizia subito a raccontare i tuoi viaggi nel mondo!
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Chichen Itza (Messico): storia, orari, prezzi e cosa vedere nel tour
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Articolo scritto da: Asia Colonna
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